Ci vorrebbe una sera d’estate, ogni tanto, anche in inverno.

Quelle sera che si infilano tra lo svolazzare delle maglie. Ti prendono sulla carne nuda. Quella lasciata svestita da costumi o da pantaloni al ginocchio. Quella pelle che, solo a vederla addosso alle ragazze, non lascia spazio a nessuna ingenuità. Perchè poi si sa. E’ una cosa risaputa, sfida le leggi della matematica. In estate le ragazze sono più belle. Le sere d’estate sono spesso la cura al ghiaccio che in inverno ti ha potato all’esasperazione. Chissà, forse il lavoro. Chissà forse l’amore, chissà magari la spada di damocle pronta a spaccarti la testa dall’indecisione. Magari quando è la salute a prenderti a calci un pò di quel torpore estivo ti accarezza le ferite. Quelle sera che ti cullano nel casino più totale o nella calma assordante che si fa spazio tra il tuo casino. Ti viene a prendere e ti mette a sedere.

Le adoro quelle sere. Quelle del prendersela con calma. Quelle che staresti un’ora e rincorrere amici invisibili in bici. Staresti ore a fare ogni cosa che ti riempe i polmoni di calore e di arancione e di stelle. Le stelle che in estate ti fermi a guardare. In inverno si ha sempre troppa fretta di tornare e di stare al chiuso per fermarsi a guardare le stelle. Chissà se Dante uscito da quella sua commedia ha incontrato l’estate. “…e quindi uscimmo a riveder le stelle…” magari nel momento in cui è passato dall’inferno al purgatorio era estate. le sento un pò così quelle sera. Quelle sere ti impediscono di avere rancori ed ogni sbaglio si tramuta in nuovi stimoli e riempe la testa di “non lo farò mai più”. Magari riempe il cuore di “non smetterò mai di farlo”. Ecco si. Non è detto che un “non lo farò mai più” sia un cominciare qualcosa di positivo. A dirlo è il calare del sole sulla baia. Quell’argento spezzato dalla brezza leggera che in inverno invece cambia nome e si trasforma in tempesta.

Quell’argento riesce a specchiare il sole e confonde l’azzurro e spesso confonde anche i pensieri o li potenzia a tal punto che ti senti invincibile al punto che la tua decisione raggiunge l’apice. Poco importa se il mattino dopo la pioggia sbiadirà ogni tuo buon proposito. L’importante è averne. L’importante è essere sicuri di se stessi, di tanto in tanto. Le sere d’estate si trasformano in notte, quasi sempre. quasi sempre perchè se decidi di dormire allora la notte la salti e ti perdi la spiaggia che ti lancia il calore addosso. La sabbia in cui affondi é tiepida e il mare si fa scuro piano piano. A riva non permette pericoli, le luci del divertimento mostrano tutto e al mare non piace mostrare tutto. Che strana cosa questa. La riva, il posto sicuro la “terra” tanto sperata da antichi navigatori in cerca di scoperte. La riva e la terra la sicurezza e l’acqua cristallina che ti lascia vedere il fondo. Ti allontani ed ecco gli abissi, ecco lo scuro. Ecco il nero. Suona un pò come l’aver paura del nuovo. Suona un pò come “hai bisogno di una torcia per scoprire cosa c’è dietro quel velluto”.

Qualcuno le notti d’estate si tuffa nel velluto senza torcia. Qualcuno preferisce la sicurezza della riva. Altri, molti altri, come me rimangono li. Usano l’ultima bottiglia di birra Come se fosse un cannocchiale. Scrutano un’orizzonte che non si vede. Sperano di chiarirsi i pensieri disinfettandoli con qualche goccia di alcool. sanno su chi contare e sanno cosa si lascerebbero alle spalle se partissero. Stiamo li, a sedere sul pedalò o sdraiati sui lettini chiusi. Quei momenti o danno tutto o tolgono tutto. Quei momenti sono il limite bello in cui potersi spingere più in la. Se hai fortuna gli scogli vengono coperti dall’alta marea e il non vederli ti rende incosciente . Il non vederli ti rende spavaldo e ti fa prendere una decisione. Giusta o sbagliata a volte non importa poi tanto. Importa prenderla. L’inverno serve. Ma serve ad altro.

Le sere d’estate sanno di arrivederci e non di addii. Sanno di sorrisi e risate spaccatimpani. Sanno di musica che non ti piace ma che se sei con le persone giuste te ne puoi sbattere. le sere d’estate ti aiutano ad avere coraggio. Le sere d’estate scaldano. Le sere d’estate sono il pugno nello stomaco di cui avevi bisogno e le ferite ci pensa chi ti sta di fianco a guarirtele. La sere d’estate sanno di baci che avresti voluto dare ma non l’hai fatto e hai deciso di immaginarteli nel letto che l’emozione è tanta lo stesso. Le sere d’estate vorresti non finissero o forse si. Se ti va male ci sarà comunque un’altra sera d’estate a portata di mano. Le sere d’estate sanno di schizzi e di schizzate, sanno di sale e di menta. Sandali e sudore, balli e dormite sui sedili delle macchine che ti portano a casa. Sanno dei “ci vediamo domani”. Le sere d’estate sanno di mattine di sonno e di pomeriggi mai troppo stupidi per essere dimenticati. Le sere d’estate sanno di richiesta d’aiuto e di qualcuno che è riuscito a capirlo. Si, perchè secondo me le richieste di aiuto sono urlate sotto voce. Se hai gli ultrasuoni le senti e ti senti un campione. Se non le senti ti urleranno dentro tutta la vita. Alcune sere d’estate stirano le pieghe della vita come se fosse una maglietta o un vestito splendido ma difficile da stirare.

Ci vorrebbe una sera d’estate, ogni tanto, anche in inverno.